Misurare massa e peso

La misurazione di pesi e masse si è resa necessaria con il diffondersi del commercio e anche nelle antiche civiltà è facile trovare numerose testimonianze di bilance e pesate. Gli antichi soppesavano con le palme delle mani due oggetti, verificando per confronto quale dei due fosse più pesante: da qui nacque l’idea di una bilancia a due piatti, su cui poggiare da una parte i pesi e dall’altra la merce da pesare, collegati a due bracci sorretti da un ritto che li teneva in equilibrio.

Successivamente si usò la stadera, inventata dai Romani, portatile e particolarmente indicata per la pesata di cereali e ortaggi; poi le basculanti, adatte a grossi pesi, fino ad arrivare alle bilance con ago indicante il valore della pesata e alle moderne bilance automatiche con display digitale che indica non solo il peso, ma anche l’importo da pagare. Abbiamo parlato di peso, ma in realtà avremmo dovuto parlare di massa. La massa di un oggetto rappresenta la quantità di materia contenuta in esso ed ha un valore fisso. Il peso, invece, indica la forza di attrazione esercitata dalla Terra sull’oggetto ed è proporzionale alla massa, ma varia poiché diminuisce con il crescere dell’altitudine e si annulla nel vuoto, come vediamo accadere agli astronauti fluttuanti nello spazio. L’unità base è il kilogrammo, corrispondente alla massa di 1 dm3 di acqua, depositato presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato a Roma, sotto forma di un cilindro equilatero in platino iridio. Molto usato è un suo sottomultiplo: il grammo; il termine quintale (corrispondente a 100 kg) è stato abbandonato. La forza peso si misura, invece, in newton (N); 1 N corrisponde alla forza che, applicata ad un corpo di massa equivalente ad 1 kg, gli conferisce una accelerazione di 1 metro al secondo per ogni secondo: 1N=1 kg m/s2 .