La fabbricazione della carta

Per fabbricare la carta bisogna partire dal legno. I tronchi d’albero già tagliati giungono alla cartiera, passano nella scortecciatrice e vengono poi sminuzzati in pezzi molto piccoli, convogliati in uno speciale bollitore cilindrico in cui il legno viene mescolato con soda caustica a circa 170°C.

I tronchi scortecciati possono però anche essere semplicemente triturati (nello sfibratore meccanico) per fare la pastalegno. I risultati di queste operazioni vengono sbiancati (sbiancatore), ulteriormente frantumati e fatti confluire nel raffinatore conico. Qui vengono raggiunti dai prodotti di riciclaggio della carta (passati attraverso una idrofrantumatrice a pale rotanti) che costituiscono la pasta straccio. Tutta la pasta raffinata viene passata al miscelatore: qui vengono aggiunte altre sostanze, in relazione al tipo di carta che si vuole ottenere. Si tratta di sostanze di carica, come gesso, talco e caolino, che rendono il foglio più bianco e facilmente stampabile; una vernice colorante, che fa assumere alla carta la colorazione desiderata; la colla, che serve per meglio assemblare le fibre e rendere il foglio scrivibile. Così miscelata, la pasta arriva finalmente alla cassa di afflusso della macchina continua a tavola piana. Dalla cassa di afflusso, la pasta viene fatta colare su un sottile nastro traforato che si muove ad alta velocità, mentre un aspiratore estrae la maggior parte dell’acqua: la pasta si consolida in un sottile strato pressato (grazie ai rulli di compressione) e asciugato (con i rulli essiccanti). Il processo si conclude con la calandratura, attraverso una serie di cilindri alternativamente duri (in ghisa) ed elastici (in carta compressa) per lisciare la superficie, e l’avvolgimento in bobine.

Modello di impianto per la fabbricazione della carta