fibre tessili

Numerose sono le varietà di fibre tessili, per cui esistono tra esse notevoli differenze di caratteristiche e proprietà. In generale, possiamo affermare che tutte le fibre possiedono buone proprietà meccaniche e tecnologiche, come evidenziato dallo schema riportato sotto.

Il modo più ovvio di classificare le fibre tessili è di suddividerle in base alla loro origine: avremo così fibre naturali (animali, vegetali, minerali) e tecnofibre (artificiali e sintetiche). Nello schema sono riportati i principali tipi di fibre, suddivisi per provenienza: alcuni nomi sono ormai familiari, altri del tutto nuovi, anche se molto usati nei capi d’abbigliamento.

I polimeri sono delle macromolecole, cioè molecole ad elevato peso molecolare, in cui si ripetono unità di base dette monomeri. I polimeri possono essere naturali come il caucciù o la cellulosa, artificiali (modificazione chimica di quelli naturali), come la celluloide, o sintetici (creati chimicamente). I polimeri sintetici sono prodotti attraverso reazioni di polimerizzazione che si suddividono in due tipi: di poliaddizione e di policondensazione. Quando le molecole di partenza sono tutte uguali si parla di polimero vero e proprio, quando invece sono diverse si parla di copolimero

La pianta del cotone appartiene alla famiglia delle malvacee (genere Gossypium). Cresce nelle zone tropicali, o comunque in zone molto calde e ricche d’acqua, raggiungendo anche i due metri d’altezza. La fibra si ricava dai peli che ricoprono i semi di tale pianta.

Per fibra tessile s’intende l’elemento fibroso che si presta ad essere filato (per avere maggiore lunghezza e resistenza), idoneo alla tessitura, alla tintura e alle altre lavorazioni che lo trasformano in tessuto. Fanno parte del settore economico legato all’industria tessile le seguenti lavorazioni: